Passeggiata didattica, passeggiata consapevole

Oggi voglio raccontarti di una lezione di gruppo speciale che ho condotto qualche domenica fa sulle splendide Mura di Lucca: una Passeggiata Didattica.

Intanto, di cosa si tratta?

La Passeggiata Didattica è una formula relativamente nuova che ho portato per la prima volta a Lucca, e forse in Toscana, nel 2012 e che consiste nel proporre a un gruppo di proprietari con i loro cani degli esercizi di obbedienza, in un contesto di vita reale.

Questo formula prevede una parte di camminata col quadrupede durante la quale viene data particolare enfasi agli esercizi di gestione del cane al guinzaglio o senza guinzaglio, in base al luogo prescelto. Il suo focus però non è quello esplorativo o di semplice relax, sebbene sia prevista la soddisfazione anche di questi aspetti che si traduce nella scelta di un luogo di interesse o nel fermarsi tutti insieme a fare una colazione e quattro chiacchiere.

La passeggiata didattica è un’ottima occasione per allenarci a gestire il cane con serenità proprio nelle situazioni in cui ci può mettere in difficoltà, come per esempio quando decide di raggiungere un altro cane trascinandoci al guinzaglio o per qualche motivo inizia ad abbaiare senza sosta oppure ancora tenta di saltare addosso a tutti gli amici che incontriamo o si mette a inseguire bici e gente che corre. Si tratta quindi di un vero e proprio training, non all’interno dell’abitazione, che a mio avviso è poco utile, ma all’aperto, in presenza di altri cani, persone, bici, bambini, rumori della città pur avendo a disposizione spazi verdi che aiutano il cane a rilassarsi. E’ un vero complemento agli insegnamenti appresi durante le lezioni presso il centro cinofilo.

Dunque, qualche domenica fa ci siamo ritrovati di mattina sotto le Mura e da lì abbiamo iniziato la prima Passeggiata del 2018 con una decina di cani, proprietari e bambini al seguito. La nostra prima tappa di training è stata un’elegante caffetteria su un baluardo. Giunti lì, i proprietari hanno avuto modo di confrontarsi con le prime difficoltà dello stare seduti con il cane fermo in mezzo a diversi altri cani.

La prova “bar” era piuttosto sfidante per 3 ragioni:

  1. i cani avevano camminato solo per poche centinaia di metri prima di sostare;
  2. c’era una concentrazione elevatissima di quadrupedi in uno spazio limitato e tante distrazioni;
  3. lo stress di un cane alimenta quello degli altri in un circolo vizioso.

Così, i quadrupedi fremevano e Ivar e Florence hanno iniziato ad abbaiare perché avrebbero voluto essere liberati dal guinzaglio per andare a giocare dagli altri, mentre Flip, a un certo punto, ha addirittura emesso un ululato che ci ha fatto sorridere tutti.

La cosa interessante che da istruttrice osservavo è che, anche al di fuori di questo evento, quando Fido ha un comportamento che il proprietario non reputa accettabile, soprattutto se è in pubblico, vi è sempre una sequenza di azioni che si ripete:

  • il proprietario tenta con metodi poco efficaci di modificare il comportamento del cane che in quel momento gli crea imbarazzo;
  • non ottenendo risultati soddisfacenti, li ripropone caricandoli di un peso emotivo: frustrazione, rabbia, pensieri giudicanti (“guarda gli altri come sono bravi e invece tu..”) o autolimitanti (“con te non ce la farò mai”, “gli altri cani sono più facili” o “gli altri proprietari più capaci”). Questo disagio viene espresso in pieno attraverso il linguaggio paraverbale con un tono di voce più cupo, un’espressione del viso più severa, il guinzaglio teso, ecc.;
  • il cane amplifica il comportamento indesiderato, in risposta alle emozioni negative che gli arrivano dal proprietario tramite anche questi segnali tangibili.

Allora, come siamo usciti da questa empasse?

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Ma ora torniamo a noi!

In una situazione di questo tipo a molti verrebbe voglia di alzarsi e allontanarsi per evitare di dover gestire le reazioni di stress del cane. Il mio pensiero su questo punto è che la “fuga” non insegna nulla al cane, a meno che non abbiamo fatto un errore di valutazione sottoponendo l’animale a stimoli eccessivi per lui che lo portano in uno stato di panico: in quel caso allora vale la pena allontanarlo un pò o abbreviare la durata dell’esposizione a quella situazione al fine di rendere possibile il lavoro sull’animale.

E’ importante, infatti, cogliere gli ostacoli della quotidianità e trasformarli in opportunità per crescere insieme al nostro migliore amico, aiutandolo e insegnandogli a gestire le sue emozioni: è ciò che ho proposto quella domenica a tutti i proprietari.

Per alcuni anni ho praticato yoga, da qualche mese pratico meditazione e un aspetto importante della mia vita che trasferisco anche nelle mie giornate di lavoro è quello di rendere consapevoli i proprietari. Laddove c’è consapevolezza, invece di reagire, ci apriamo a diverse possibili soluzioni che diventano le nostre risposte. Le sensazioni che hanno provato in quei minuti Mara, Cinzia o Giulia le conosco perfettamente da ex-proprietaria di un cane che abbaiava di continuo e anch’io ripetevo la stessa dinamica di tutti gli altri proprietari…. Ora ci sorrido ma anni fa mi irritava parecchio.

Così, come primo step ho fatto in modo che i proprietari fossero consapevoli del vortice di pensieri, emozioni e azioni che li risucchia nei momenti di difficoltà; poi insieme, esercitando la calma, abbiamo trovato strategie diverse per gestire lo stress in ognuno dei cani. Ivar si è rilassato grazie ad una ricerca olfattiva proposta ai piedi della poltroncina, Flip per merito degli esercizi di obbedienza e autocontrollo e Florence attraverso un gioco di competizione. E’ importante però sapere come, quando e cosa proporre all’animale per evitare di andare a rinforzare involontariamente determinati comportamenti. Se, per esempio, ogni volta che il cane abbaia gli do’ la pallina per farlo smettere, tampono il problema momentaneamente ma nel contempo gli insegno ad abbaiare per vedere soddisfatto un suo bisogno, allora magari potrebbe essere utile giocare d’anticipo.

Abbiamo poi ripreso la passeggiata e sostato su un baluardo per la prova successiva e a questo punto è stato molto bello vedere come i conduttori riuscissero a gestire molto meglio il cane rispetto alla prova precedente. Florence, Flip e Ivar quasi non li si sentiva più abbaiare. Sicuramente, per i proprietari questa è stata anche una sfida di gestione delle proprie emozioni e io sono stata molto fiera di loro nel vedere già dei cambiamenti nella stessa mattinata.

Ciò che, però, permette di modificare dei comportamenti come questo, o quello del tiro al guinzaglio che, per i proprietari del pastore tedesco Ares, era una questione centrale, o il saltare addosso di Zoe, la cagnolina di Luisa e della sua splendida bimba che ci ha accompagnati in questa passeggiata, è l’allenamento costante.

Dunque, il mio invito è stato di adottare questi nuovi schemi di comportamenti e esercizi ogni volta che si ritrovano in situazioni simili.

Il prossimo 24 Giugno condurrò la quarta passeggiata didattica dove misureremo insieme i progressi fatti, in queste settimane di allenamento in autonomia, dei binomi che hanno partecipato la volta scorsa e li aiuterò a proseguire; ma affronteremo anche delle nuove sfide anche per chi parteciperà per la prima volta. La passeggiata didattica è aperta a cani di qualsiasi livello di preparazione e non richiede di aver partecipato a quelle precedenti; infatti, per ogni peloso saranno proposti esercizi adatti a lui per permettere a tutti i binomi di trarre il massimo vantaggio dall’esperienza.